Oltreconfine, Vivere Impresa a fianco degli imprenditori
Si è concluso il convegno sulle opportunità per le imprese che vogliono investire all'estero, organizzato dall’associazione no profit dei Castelli romani. Tra i relatori l'onorevole Alberto Michelini e il console della Repubblica dell'Ecuador a Roma Saul Pacurucu. Sono intervenuti anche Barbara Sarrecchia, Alessandro Conte, Stefano Macchi di Cellere, Vincenzo Pesce e Marco Ciccotti
Investire all’estero è un passo imprescindibile per tutti gli imprenditori, un’opportunità che le PMI che godono di buona salute devono cogliere al volo. I processi di crescita all’estero comportano però difficoltà e impedimenti proprio per le imprese di minori dimensioni, che rendono complessa la scelta di internazionalizzare.
Il convegno “Oltreconfine. Le opportunità per le imprese che vogliono investire all’estero”, organizzato lo scorso 11 maggio da Vivere Impresa No Profit a Roma, presso la Città dell’Altra Economia, ha contribuito a far conoscere le opportunità di investimento all’estero, fornendo agli imprenditori la cassetta degli attrezzi per operare al meglio oltreconfine e illustrando le opportunità di internazionalizzazione in mercati diversi tra loro come l’Ecuador e la Gran Bretagna, ma anche in aree internazionali di crisi.
“L’incontro - ha affermato Barbara Sarrecchia, presidente di Vivere Impresa - è stato realizzato per gli imprenditori che vogliono internazionalizzare la propria attività e ai professionisti che li affiancano in questo percorso difficile, ma anche affascinante e ricco di soddisfazioni. Tra le finalità della nostra associazione c’è la valorizzazione del territorio e dei suoi principali attori tra cui gli imprenditori. Secondo il Rapporto Cerved 2017 sulle PMI, il numero delle piccole e medie imprese è aumentato fino ad arrivare a quota 145 mila (+3,6% rispetto all’anno precedente), con le aziende italiane che stanno ormai uscendo dalla lunga fase di recessione e stagnazione. È però necessario aumentare l’occupazione e accelerare il ritmo di crescita, ma è necessario anche internazionalizzare per aumentare l’appeal e migliorare la salute economico-finanziaria. Per questo motivo abbiamo deciso di organizzare questo convegno, per spiegare agli imprenditori come muoversi per raggiungere i mercati esteri”.
Il primo intervento è stato quello dell’onorevole Alberto Michelini, ex conduttore e inviato del Tg1, che è stato anche deputato del Parlamento italiano e di quello europeo. Michelini, che ha parlato delle “Relazioni tra Nord e Sud del Mondo: una nuova alleanza per un autentico sviluppo” sulla base della vasta esperienza personale e professionale, ha anche presentato il suo ultimo libro “Alimentazione, la sfida del nuovo millennio”. Il ricavato delle copie distribuite nel corso della serata andrà a favore dell’ospedale “Candide” a Mahajanga in Madagascar.
Dopo di lui è intervenuto sulla operatività aziendale in aree di crisi Alessandro Conte, presidente del “Centro Studi Roma 3000”, un centro di ricerca e sperimentazione che opera nell’ambito delle politiche sociali, economiche, educative con l’obiettivo di studiare il contesto socio-economico europeo ed internazionale. “Il nostro obiettivo - ha spiegato Conte - è quello di promuovere la cultura della sicurezza degli operatori civili che devono operare in aree instabili, sensibilizzarli a valutare con maggiore attenzione i possibili pericoli, fornendo dossier informativi sulle aree interessate, valutazioni di rischio delle attività in corso, formazione specifica del personale”. Per questo motivo, il Centro Studi ha messo a punto il programma “European Safety Accademy” per promuovere la sicurezza sul lavoro di chi opera in aree di crisi o instabili, come i reporter, gli operatori della comunicazione, i volontari delle ONG, i tecnici specializzati che operano su impianti in zone pericolose.
“È evidente che, al di là della normativa vigente e di un diritto in materia che va sempre più arricchendosi, il compito primario di un’impresa che opera fuori dai confini nazionali è informarsi sul contesto non solo economico e finanziario, ma anche sociale e politico dell’area dove si intende andare ad operare – ha continuato il presidente del Centro Studi Roma 3000 -. Le aree più a rischio sono Somalia, Afghanistan e Sud Sudan, ma ci sono molti altri scenari geopolitici di ben più difficile interpretazione. La lettura dei giornali e un aggiornamento quotidiano da parte del datore di lavoro sullo Stato dove opera la sua azienda dovrebbe essere accompagnato da una consulenza professionale che dia un monitoraggio preciso e costante dell’area in cui si intende operare”.
Il Centro Studi ha anche prodotto una ricerca sulla residenza digitale in Estonia che risulta particolarmente interessante proprio per gli imprenditori. “L’e-residency - hanno affermato le ricercatrici Francesca Scalpelli e Flaminia Maturilli - è progettata per aziende e persone attive a livello internazionale che desiderano gestire la propria attività nel modo più efficiente: quello digitale. I più interessati sono gli imprenditori che lavorano con il business online. Gli e-resident ricevono una smart-card ID che consente l’autenticazione digitale sicura e la firma digitale dei documenti. Le opportunità previste per gli e-resident sono: istituire e amministrare una società online, condurre attività bancarie online, avere accesso a servizi di pagamento internazionali, firmare digitalmente i documenti all’interno dell’azienda e con partner esterni, dichiarare online le tasse estoni”. Secondo le statistiche più recenti, attualmente ci sono più di 30.000 e-resident provenienti da 138 paesi che danno un enorme contributo all’economia estone.
Il convegno è proseguito con l’analisi di due Paesi molto diversi tra loro, ma che offrono molte opportunità agli imprenditori che vogliono andare all’estero: l’Ecuador e la Gran Bretagna. Saúl Pacurucu, console della Repubblica dell’Ecuador a Roma, ha illustrato le opportunità di investimento in Ecuador per le imprese italiane. “L'Ecuador ha una posizione strategica per il commercio globale, sulla costa sudamericana del Pacifico – ha affermato il Console –. L’economia è stabile e l’inflazione bassa. Inoltre, le infrastrutture sono moderne e le brevi distanze interne rappresentano un vantaggio logistico. Anche le risorse umane sono altamente qualificate. Il Paese è ricco di risorse naturali e ha standard di vita elevati, con bassi rischi per la sicurezza”.
“I settori turistico e alberghiero – ha continuato Pacurucu – offrono diverse possibilità per gli investitori stranieri, con progetti presenti su tutto il Paese. È prevista la stabilità degli incentivi fiscali fino a un massimo di 30 anni, ma anche l’esenzione dei dazi doganali per i beni importati. Nelle regioni colpite dal terremoto l’esenzione è fino a 10 anni sull’imposta di reddito per investimenti nel settore turistico. Tra i modelli di gestione possibili: acquisto di azioni, costruzione di hotel in terreni di proprietà di investitori locali, acquisto totale degli immobili”.
L’avvocato Stefano Macchi di Cellere, managing partner dello studio Macchi di Cellere-Gangemi di Londra, ha illustrato le opportunità di investimento in Gran Bretagna dopo la Brexit. Molti imprenditori sono infatti spaventati dall’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, ma l’avvocato Macchi di Cellere ha dimostrato che investire lì è ancora una buona idea. “Grazie all’accordo tra l’UE e la Gran Bretagna - ha spiegato l’avvocato - ci sarà un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2020 durante il quale le cose resteranno invariate. I cittadini europei che arriveranno nel Regno Unito durante questo periodo avranno gli stessi diritti di quelli arrivati in precedenza”. Quindi anche per gli imprenditori valgono le stesse regole. “In Gran Bretagna - ha continuato - ci sono certezza del diritto, mercato del lavoro flessibile, sostegno alle imprese senza dimenticare i rapporti consolidati con l’Italia: nel Regno Unito ci sono quasi 700 imprese italiane. Londra, inoltre, è la capitale europea delle start-up con 5,3 miliardi di sterline investite”.
Ma tutte le imprese possono internazionalizzare? Quali sono i requisiti dell’azienda che vuole investire oltreconfine? Lo ha spiegato Vincenzo Pesce, dottore commercialista e revisore legale, con un intervento sul controllo di gestione e il rapporto con gli organi di controllo societari. “Il controllo di gestione – ha spiegato Pesce – è uno strumento a supporto dei processi decisionali. Rappresenta un insieme di principi, regole e strumenti che permette al management aziendale di prendere decisioni consapevoli e coerenti con gli obiettivi da raggiungere e di verificare, attraverso una serie di misurazioni economico-finanziarie ed extracontabili, gli effetti delle scelte operate”. Nel processo di internazionalizzazione di un’azienda entra allora in scena il controller, la figura professionale che svolge, organizza e supporta a tutti i livelli il processo di gestione dell’intera organizzazione.
“Prima che l’imprenditore investa oltreconfine – ha continuato Pesce –, il controller deve comprendere se gli obiettivi aziendali sono coerenti con le risorse disponibili, confrontare modi diversi per raggiungere gli obiettivi e misurare se le azioni che avvengono all’interno dell’impresa siano o meno funzionali al raggiungimento degli obiettivi. Una cosa da non sottovalutare per chi vuole investire all’estero è l’appetibilità dell’azienda: il possesso della Certificazione di Capacità Finanziaria è un requisito indispensabile per investire oltreconfine”.
Il convegno si è concluso con una testimonianza molto importante su come molto spesso la burocrazia agevola oppure ostacola la nascita o l’internazionalizzazione di un’impresa. Marco Ciccotti è co-direttore Vibes Art, una start up di creativi e sviluppatori che danno forma a marchi di successo, fondata a Londra nel 2012 da cinque ragazzi che in Italia avevano avuto difficoltà a realizzarla. “In Italia abbiamo avuto difficoltà ad ottenere finanziamenti iniziali a causa dell’infinita burocrazia - ha spiegato Ciccotti -. Per aprire una SRL servono costi di apertura oltre a quelli della gestione contabile. La tassazione è maggiore, l’Iva al 22% che arriverà al 25% nel 2019. La richiesta di lavoro è moderata e c’è scarsa considerazione del lavoro creativo. A Londra, invece, l’arte è un business concreto e non un concetto astratto. È possibile aprire una LTD (corrisponde alla SRL italiana, ndr) in tre giorni con una sterlina di capitale e senza costi di apertura aggiuntivi. Inoltre sono compresi nella LTD la consulenza iniziale del commercialista e i conti bancari personali”.
Anche per Vivere Impresa l’arte non è un concetto astratto, ma un modo di valorizzare il territorio. Per questo motivo, il convegno si è svolto all’interno di una sala dove era stata precedentemente allestita la mostra di pittura “Il mio mare” di Roberto La Mantia, curata da Miriam Castelnuovo, che i relatori e gli ospiti hanno potuto visitare gratuitamente.
16 maggio 2018