L’Associazione “Vivere Impresa No Profit” di Albano Laziale parteciperà al convegno “La tutela dei diritti umani nelle aree di crisi”, organizzato dal Centro Studi Roma 3000, che si svolgerà lunedì 18 giugno presso la Camera dei Deputati
L’Associazione Vivere Impresa No Profit di Albano Laziale parteciperà al convegno “La tutela dei diritti umani nelle aree di crisi”, che si svolgerà lunedì 18 giugno (ore 17), presso la Camera dei Deputati. Lo farà attraverso l’intervento di uno dei membri del suo direttivo, l’avvocato Cristina Nasini delegata agli Aspetti giuridici, che tratterà “La tutela dei diritti umani nel rapporto di lavoro internazionale. L’impegno delle aziende”.
L’incontro, che si svolgerà nella Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto in via del Seminario, è organizzato dal Centro Studi Roma 3000, un centro di ricerca e sperimentazione che opera nell’ambito delle politiche sociali, economiche ed educative con l’obiettivo di studiare il contesto socio-economico europeo ed internazionale. Continua così la collaborazione tra Vivere Impresa e Centro Studi Roma 3000 dopo l’esperienza del convegno “Oltreconfine. Le opportunità per le imprese che vogliono investire all’estero”, organizzato dall’associazione di Albano Laziale lo scorso maggio.
Ad introdurre i lavori sarà Alessandro Forlani, esperto di diritti umani e affari internazionali. In qualità di relatori interverranno Rosario Valastro, Vice presidente della Croce Rossa Italiana; Daniela Fatarella, Vice direttore generale Save The Children Italia; Padre Moussie Zerai, direttore dell'Agenzia stampa Habeshia; S.E. Ambasciatore della Repubblica Ucraina in Italia Yehven Perelygin; l’avvocato Cristina Nasini del Comitato direttivo Vivere Impresa No Profit. Modererà i lavori Alessandro Conte, Presidente del Centro studi Roma 3000.
Per motivi legati alle norme di sicurezza della Camera Dei Deputati è necessario confermare la presenza, inviando una email con oggetto “Vivere Impresa – Convegno 18 giugno 2018” a entro venerdì 15 giugno 2018. Il regolamento della Camera dei Deputati prevede l’obbligo di giacca e cravatta per l’accesso alla sala del convegno.
12 giugno 2018
Si è concluso il convegno sulle opportunità per le imprese che vogliono investire all'estero, organizzato dall’associazione no profit dei Castelli romani. Tra i relatori l'onorevole Alberto Michelini e il console della Repubblica dell'Ecuador a Roma Saul Pacurucu. Sono intervenuti anche Barbara Sarrecchia, Alessandro Conte, Stefano Macchi di Cellere, Vincenzo Pesce e Marco Ciccotti
Investire all’estero è un passo imprescindibile per tutti gli imprenditori, un’opportunità che le PMI che godono di buona salute devono cogliere al volo. I processi di crescita all’estero comportano però difficoltà e impedimenti proprio per le imprese di minori dimensioni, che rendono complessa la scelta di internazionalizzare.
Il convegno “Oltreconfine. Le opportunità per le imprese che vogliono investire all’estero”, organizzato lo scorso 11 maggio da Vivere Impresa No Profit a Roma, presso la Città dell’Altra Economia, ha contribuito a far conoscere le opportunità di investimento all’estero, fornendo agli imprenditori la cassetta degli attrezzi per operare al meglio oltreconfine e illustrando le opportunità di internazionalizzazione in mercati diversi tra loro come l’Ecuador e la Gran Bretagna, ma anche in aree internazionali di crisi.
“L’incontro - ha affermato Barbara Sarrecchia, presidente di Vivere Impresa - è stato realizzato per gli imprenditori che vogliono internazionalizzare la propria attività e ai professionisti che li affiancano in questo percorso difficile, ma anche affascinante e ricco di soddisfazioni. Tra le finalità della nostra associazione c’è la valorizzazione del territorio e dei suoi principali attori tra cui gli imprenditori. Secondo il Rapporto Cerved 2017 sulle PMI, il numero delle piccole e medie imprese è aumentato fino ad arrivare a quota 145 mila (+3,6% rispetto all’anno precedente), con le aziende italiane che stanno ormai uscendo dalla lunga fase di recessione e stagnazione. È però necessario aumentare l’occupazione e accelerare il ritmo di crescita, ma è necessario anche internazionalizzare per aumentare l’appeal e migliorare la salute economico-finanziaria. Per questo motivo abbiamo deciso di organizzare questo convegno, per spiegare agli imprenditori come muoversi per raggiungere i mercati esteri”.
Il primo intervento è stato quello dell’onorevole Alberto Michelini, ex conduttore e inviato del Tg1, che è stato anche deputato del Parlamento italiano e di quello europeo. Michelini, che ha parlato delle “Relazioni tra Nord e Sud del Mondo: una nuova alleanza per un autentico sviluppo” sulla base della vasta esperienza personale e professionale, ha anche presentato il suo ultimo libro “Alimentazione, la sfida del nuovo millennio”. Il ricavato delle copie distribuite nel corso della serata andrà a favore dell’ospedale “Candide” a Mahajanga in Madagascar.
Dopo di lui è intervenuto sulla operatività aziendale in aree di crisi Alessandro Conte, presidente del “Centro Studi Roma 3000”, un centro di ricerca e sperimentazione che opera nell’ambito delle politiche sociali, economiche, educative con l’obiettivo di studiare il contesto socio-economico europeo ed internazionale. “Il nostro obiettivo - ha spiegato Conte - è quello di promuovere la cultura della sicurezza degli operatori civili che devono operare in aree instabili, sensibilizzarli a valutare con maggiore attenzione i possibili pericoli, fornendo dossier informativi sulle aree interessate, valutazioni di rischio delle attività in corso, formazione specifica del personale”. Per questo motivo, il Centro Studi ha messo a punto il programma “European Safety Accademy” per promuovere la sicurezza sul lavoro di chi opera in aree di crisi o instabili, come i reporter, gli operatori della comunicazione, i volontari delle ONG, i tecnici specializzati che operano su impianti in zone pericolose.
“È evidente che, al di là della normativa vigente e di un diritto in materia che va sempre più arricchendosi, il compito primario di un’impresa che opera fuori dai confini nazionali è informarsi sul contesto non solo economico e finanziario, ma anche sociale e politico dell’area dove si intende andare ad operare – ha continuato il presidente del Centro Studi Roma 3000 -. Le aree più a rischio sono Somalia, Afghanistan e Sud Sudan, ma ci sono molti altri scenari geopolitici di ben più difficile interpretazione. La lettura dei giornali e un aggiornamento quotidiano da parte del datore di lavoro sullo Stato dove opera la sua azienda dovrebbe essere accompagnato da una consulenza professionale che dia un monitoraggio preciso e costante dell’area in cui si intende operare”.
Il Centro Studi ha anche prodotto una ricerca sulla residenza digitale in Estonia che risulta particolarmente interessante proprio per gli imprenditori. “L’e-residency - hanno affermato le ricercatrici Francesca Scalpelli e Flaminia Maturilli - è progettata per aziende e persone attive a livello internazionale che desiderano gestire la propria attività nel modo più efficiente: quello digitale. I più interessati sono gli imprenditori che lavorano con il business online. Gli e-resident ricevono una smart-card ID che consente l’autenticazione digitale sicura e la firma digitale dei documenti. Le opportunità previste per gli e-resident sono: istituire e amministrare una società online, condurre attività bancarie online, avere accesso a servizi di pagamento internazionali, firmare digitalmente i documenti all’interno dell’azienda e con partner esterni, dichiarare online le tasse estoni”. Secondo le statistiche più recenti, attualmente ci sono più di 30.000 e-resident provenienti da 138 paesi che danno un enorme contributo all’economia estone.
Il convegno è proseguito con l’analisi di due Paesi molto diversi tra loro, ma che offrono molte opportunità agli imprenditori che vogliono andare all’estero: l’Ecuador e la Gran Bretagna. Saúl Pacurucu, console della Repubblica dell’Ecuador a Roma, ha illustrato le opportunità di investimento in Ecuador per le imprese italiane. “L'Ecuador ha una posizione strategica per il commercio globale, sulla costa sudamericana del Pacifico – ha affermato il Console –. L’economia è stabile e l’inflazione bassa. Inoltre, le infrastrutture sono moderne e le brevi distanze interne rappresentano un vantaggio logistico. Anche le risorse umane sono altamente qualificate. Il Paese è ricco di risorse naturali e ha standard di vita elevati, con bassi rischi per la sicurezza”.
“I settori turistico e alberghiero – ha continuato Pacurucu – offrono diverse possibilità per gli investitori stranieri, con progetti presenti su tutto il Paese. È prevista la stabilità degli incentivi fiscali fino a un massimo di 30 anni, ma anche l’esenzione dei dazi doganali per i beni importati. Nelle regioni colpite dal terremoto l’esenzione è fino a 10 anni sull’imposta di reddito per investimenti nel settore turistico. Tra i modelli di gestione possibili: acquisto di azioni, costruzione di hotel in terreni di proprietà di investitori locali, acquisto totale degli immobili”.
L’avvocato Stefano Macchi di Cellere, managing partner dello studio Macchi di Cellere-Gangemi di Londra, ha illustrato le opportunità di investimento in Gran Bretagna dopo la Brexit. Molti imprenditori sono infatti spaventati dall’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, ma l’avvocato Macchi di Cellere ha dimostrato che investire lì è ancora una buona idea. “Grazie all’accordo tra l’UE e la Gran Bretagna - ha spiegato l’avvocato - ci sarà un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2020 durante il quale le cose resteranno invariate. I cittadini europei che arriveranno nel Regno Unito durante questo periodo avranno gli stessi diritti di quelli arrivati in precedenza”. Quindi anche per gli imprenditori valgono le stesse regole. “In Gran Bretagna - ha continuato - ci sono certezza del diritto, mercato del lavoro flessibile, sostegno alle imprese senza dimenticare i rapporti consolidati con l’Italia: nel Regno Unito ci sono quasi 700 imprese italiane. Londra, inoltre, è la capitale europea delle start-up con 5,3 miliardi di sterline investite”.
Ma tutte le imprese possono internazionalizzare? Quali sono i requisiti dell’azienda che vuole investire oltreconfine? Lo ha spiegato Vincenzo Pesce, dottore commercialista e revisore legale, con un intervento sul controllo di gestione e il rapporto con gli organi di controllo societari. “Il controllo di gestione – ha spiegato Pesce – è uno strumento a supporto dei processi decisionali. Rappresenta un insieme di principi, regole e strumenti che permette al management aziendale di prendere decisioni consapevoli e coerenti con gli obiettivi da raggiungere e di verificare, attraverso una serie di misurazioni economico-finanziarie ed extracontabili, gli effetti delle scelte operate”. Nel processo di internazionalizzazione di un’azienda entra allora in scena il controller, la figura professionale che svolge, organizza e supporta a tutti i livelli il processo di gestione dell’intera organizzazione.
“Prima che l’imprenditore investa oltreconfine – ha continuato Pesce –, il controller deve comprendere se gli obiettivi aziendali sono coerenti con le risorse disponibili, confrontare modi diversi per raggiungere gli obiettivi e misurare se le azioni che avvengono all’interno dell’impresa siano o meno funzionali al raggiungimento degli obiettivi. Una cosa da non sottovalutare per chi vuole investire all’estero è l’appetibilità dell’azienda: il possesso della Certificazione di Capacità Finanziaria è un requisito indispensabile per investire oltreconfine”.
Il convegno si è concluso con una testimonianza molto importante su come molto spesso la burocrazia agevola oppure ostacola la nascita o l’internazionalizzazione di un’impresa. Marco Ciccotti è co-direttore Vibes Art, una start up di creativi e sviluppatori che danno forma a marchi di successo, fondata a Londra nel 2012 da cinque ragazzi che in Italia avevano avuto difficoltà a realizzarla. “In Italia abbiamo avuto difficoltà ad ottenere finanziamenti iniziali a causa dell’infinita burocrazia - ha spiegato Ciccotti -. Per aprire una SRL servono costi di apertura oltre a quelli della gestione contabile. La tassazione è maggiore, l’Iva al 22% che arriverà al 25% nel 2019. La richiesta di lavoro è moderata e c’è scarsa considerazione del lavoro creativo. A Londra, invece, l’arte è un business concreto e non un concetto astratto. È possibile aprire una LTD (corrisponde alla SRL italiana, ndr) in tre giorni con una sterlina di capitale e senza costi di apertura aggiuntivi. Inoltre sono compresi nella LTD la consulenza iniziale del commercialista e i conti bancari personali”.
Anche per Vivere Impresa l’arte non è un concetto astratto, ma un modo di valorizzare il territorio. Per questo motivo, il convegno si è svolto all’interno di una sala dove era stata precedentemente allestita la mostra di pittura “Il mio mare” di Roberto La Mantia, curata da Miriam Castelnuovo, che i relatori e gli ospiti hanno potuto visitare gratuitamente.
16 maggio 2018
L’esposizione di Roberto La Mantia, a cura di Miriam Castelnuovo, verrà inaugurata mercoledì 9 maggio a Roma, presso La Città dell’Altra Economia, con il patrocinio della Regione Lazio e del I Municipio capitolino
Vivere Impresa No-Profit è tra i partner della mostra “Il mio mare”, personale di Roberto La Mantia a cura di Miriam Castelnuovo, presidente dell’associazione “I Quattro Colori Primari”, la cui inaugurazione avverrà il 9 maggio a Roma presso i locali della Città dell’Altra Economia.
Roberto La Mantia, artista nato e cresciuto a Santa Marinella sul litorale laziale 44 anni fa, è un apneista che dal mare trae ispirazione per la sua arte che metterà in mostra fino al 14 maggio.
Circa 40 opere in cui le cernie, i san pietro, i dentici, le murene, i polpi e le ricciole passano da un ambiente all’altro senza soluzione di continuità. Le cornici, infatti, sono parte integrante dell’opera e sono realizzate anch’esse dall’artista utilizzando pezzi di vecchi legnami recuperati sulla spiaggia. La memoria si afferma allora come uno degli elementi di fondamentale supporto alla creatività dell’artista la cui urgenza egli rivela nel rimaneggiare materiali consumati dal tempo come testimoni emblematici di una ritrovata ricchezza, custodi indiscussi di altre storie del passato.
Le opere di Roberto La Mantia non si possono definire iperrealiste: se per alcuni si tratta di una tecnica pittorica comunemente considerata come l’esercizio di un virtuosismo stilistico, questo artista, appassionato di immersioni in apnea, ritrae con il pennello molto di più di quanto si potrebbe immaginare ascoltando un racconto oggettivo della realtà. Il suo lavoro è frutto di una passione coltivata fin da bambino come l’amore per il mare: al pari di un liquido sacro o di una fonte battesimale alternativa, al Mare Mediterraneo va il merito per aver sancito la fusione inscindibile tra l’animo sensibile e il forte spirito dell’artista e che trova conferma nell’approccio naturale con cui Roberto vive la propria quotidianità.
La Mantia ama sperimentare le diverse tecniche, dal più articolato acquerello su cemento su tela a quello su carta oltre che realizzare numerosi acrilici su tela: in ciascun caso ciò che sorprende è la verosimiglianza della specie ritratta a confronto con quella reale, il cui aspetto e i movimenti egli immortala al pari di un fotoreporter. L’artista perfeziona il suo stile attraverso l’esperienza acquisita durante le immersioni il cui ricordo, anche quando imperfetto e rarefatto, incarna tuttavia la fugacità di quell’esatto momento donando valore aggiunto all’opera.
"Sono onorata che la nostra associazione partecipi a questa iniziativa – ha affermato Barbara Sarrecchia, presidente di Vivere Impresa –. Tra le nostre finalità c’è sicuramente la valorizzazione del territorio e dei suoi principali attori. Ma anche la promozione dell’arte e della cultura che rappresentano senza ombra di dubbio una risorsa importante per il Paese. Essere tra i partner dell’esposizione ci è sembrata un’ottima idea per mettere a disposizione le nostre competenze e professionalità".
La mostra “Roberto La Mantia – Il mio mare” è stata allestita con la consulenza scenografica di Morena Nastasi con il patrocinio della Regione Lazio e del I Municipio del Comune di Roma. Sono partners dell’iniziativa anche CAE La Città dell’Altra Economia e l’Associazione Ambientalista Marevivo.
20 aprile 2018
SI È CONCLUSO IL PROGETTO PROMOSSO DA VIVERE IMPRESA NO PROFIT CHE HA COINVOLTO LE CLASSI DELLA SCUOLA MEDIA DELL’ISTITUTO LEONARDO MURIALDO DI ALBANO
Comunicazione verbale e non verbale, ascolto attivo, conflitto e problem solving. Sono stati questi i temi affrontati durante il progetto “A scuola di empatia”, promosso dall’associazione Vivere Impresa No profit nelle classi della scuola media dell’Istituto Leonardo Murialdo di Albano Laziale per favorire nei ragazzi la capacità di immedesimazione e fargli apprendere modalità utili per gestire l’intelligenza emotiva.
A condurre il corso negli scorsi mesi di gennaio e febbraio - attraverso filmati, confronti critici, role playing e simulate - è stata Daniela Olivieri, psicologa dell’età evolutiva, psicoterapeuta e delegata agli Aspetti psicologici di Vivere Impresa, con il coordinamento di Flavia Cece, responsabile dei Servizi educativi del Murialdo.
Parole di apprezzamento sono state espresse dai docenti durante la riunione del Consiglio d’Istituto del 19 marzo. “Si tratta di un’esperienza molto proficua sul riconoscimento delle emozioni - hanno affermato - che va potenziata con più ore e, soprattutto, deve iniziare in prima media quando i conflitti tra i ragazzi sono ancora all’inizio ed è più facile migliorare alcuni atteggiamenti. I temi affrontati durante il corso di empatia, inoltre, sono stati oggetto di conversazione anche durante le altre ore di lezione. Motivo per cui anche noi, da oggi in poi, utilizzeremo quelle tematiche durante il nostro insegnamento”.
Anche il feedback degli studenti coinvolti, hanno spiegato i professori, è stato molto positivo nei confronti di un’attività che ha permesso loro di prendere conoscenza delle proprie emozioni. “Sono emerse dinamiche particolari che, nella quotidianità, difficilmente sarebbero emerse e grazie alle quali alcuni ragazzi hanno deciso di uscire allo scoperto, scegliendo la strada del dialogo e del confronto al posto del conflitto, modificando i loro atteggiamenti e comportamenti. Il progetto, inoltre, ha fornito loro un lessico emotivo che gli permetterà di nominare e riconoscere i propri sentimenti e le proprie emozioni”.
“Affinché il progetto sull’empatia dia risultati maggiori - ha commentato Padre Alessandro Agazzi, direttore dell’Istituto - è necessario strutturarlo in modo più efficace, soprattutto prevedendo una durata che vada oltre le cinque settimane perché le competenze acquisite finora dai ragazzi vanno allenate e motivate. Inoltre, il corso dovrà avere collegamenti con altri progetti dell’Istituto. Rielaborando il materiale utilizzato dalla dottoressa Olivieri, i docenti potranno utilizzarlo, per esempio, nella scrittura creativa, nella poesia e nel romanzo per far emergere e riconoscere la vasta gamma di emozioni con cui i ragazzi devono confrontarsi ogni giorno”.
“Sono felice e soddisfatta per i risultati che siamo riusciti ad ottenere in così breve tempo - afferma Barbara Sarrecchia, presidente di Vivere Impresa -. Chissà quali risultati potremmo raggiungere se i corsi si tenessero per un periodo di tempo più lungo, per esempio un intero trimestre. Da parte nostra c’è la volontà di proseguire presso l’Istituto Murialdo, ma anche quella di estendere il progetto ad altri istituti scolastici del territorio. Senza ombra di dubbio, infatti, l’empatia aiuta i ragazzi a stare meglio con gli altri e a diventare adulti più felici e consapevoli”.
20 marzo 2018
SVILUPPERÀ NEI RAGAZZI LO SPIRITO CRITICO E LA CAPACITÀ DI INDIVIDUARE I BISOGNI DEI COETANEI E DELLA SOCIETÀ: UNA ‘CASSETTA DEGLI ATTREZZI’ PER AFFRONTARE IL FUTURO
Passione, determinazione, impegno. Nasce “Vivere Impresa-Lab”, un laboratorio per giovani studenti dei Castelli Romani che, all’interno dell’associazione Vivere Impresa no-profit, avranno la possibilità di sviluppare lo spirito critico e di individuare i bisogni dei coetanei e della società. Il tutto attraverso l’ideazione e la realizzazione di un progetto concreto. Troppo spesso, infatti, i ragazzi restano confinati nel mondo dei social network senza mettere a frutto il mix di capacità personali e stimoli esterni.
A farne parte sono per ora cinque teenager, tre ragazze e due ragazzi, ai quali potrebbero presto aggiungersene altri che avranno la possibilità di mettersi alla prova e coltivare il proprio talento. Ad aiutarli in tutto il percorso ci penseranno i professionisti di Vivere Impresa che si metteranno a disposizione per affrontare ogni fase del progetto e chiarire qualsiasi dubbio.
Il laboratorio nasce dall’idea di raccogliere i bisogni e le potenzialità dei giovani che potranno cimentarsi, per esempio, nella realizzazione di capi di abbigliamento, accessori o adesivi personalizzati, ma anche App che li aiutino nella quotidianità. E casomai a diventare essi stessi influencer senza dover seguire, almeno per una volta, le mode che altri – cantanti, calciatori, modelle – hanno tracciato per loro.
Il laboratorio, infatti, vedrà la partecipazione di una fashion designer che condurrà un corso di moda. Corso che non sarà finalizzato a scoprire le tendenze del momento, ma rappresenterà piuttosto un viaggio dietro le quinte di un fenomeno sociale che ha visto affermarsi, in un determinato momento storico e in una determinata area geografica e culturale, modelli di gusto e di stile. Il fine è quello di arrivare a creare lo stile che rappresenti i ragazzi e sottolinei il loro modo di essere e la loro personalità. Un viaggio a tutto tondo che li avvicinerà anche all’arte, alla storia, alla cultura e alla natura.
“Si tratta di un’idea innovativa – afferma Barbara Sarrecchia, presidente di Vivere Impresa no-profit – che raccoglie i bisogni dei teenager per trasformarli in un progetto concreto. Vogliamo valorizzare i giovani del nostro territorio e fargli capire che solo attraverso l’impegno e l’entusiasmo si può realizzare davvero qualcosa. Con il laboratorio, infatti, potremmo sollecitare e coltivare degli stimoli in una generazione che, al di fuori dei social network, ne sembra carente”.
“Il nostro obiettivo – spiega Laura Fraschetti, vice presidente di Vivere Impresa – è quello di sviluppare nei giovani lo spirito critico e la capacità di individuazione dei bisogni dei coetanei e della società. Noi intendiamo sostenerli con azioni concrete per valorizzare il loro talento ed evitarne la dispersione. Il nostro intento vuole essere virtuoso, dando ai ragazzi la ‘cassetta degli attrezzi’ per affrontare il futuro”.
11 marzo 2018
DIVERSE DONNE, CHE LO SCORSO ANNO HANNO PARTECIPATO AL CORSO DI VIVERE IMPRESA, SONO RIUSCITE A TROVARE UN'OCCUPAZIONE DOPO AVER RITROVATO LA FIDUCIA IN SE STESSE
“Non era affatto scontato che il progetto avrebbe avuto successo, ma abbiamo rischiato ed abbiamo vinto”. Sono le parole di Barbara Sarrecchia, presidente di Vivere Impresa, per commentare i risultati del corso “Ricomincio da me”, organizzato lo scorso anno dall’associazione no profit in due edizioni.
L’empatia è in declino, ma c’è un Paese, la Danimarca, che prende molto seriamente la capacità di un individuo di comprendere in modo immediato i pensieri e gli stati d'animo di un'altra persona tanto da averla inserita per un’ora a settimana tra le materie scolastiche dei ragazzi dai 6 ai 16 anni.
Prendendo spunto da questa esperienza denominata “Klassen Tid”, anche Vivere Impresa No profit si è fatta promotrice di un simile progetto presso l’Istituto Leonardo Murialdo di Albano Laziale che lo ha reso possibile attraverso la sua Onlus I’m. Partirà così mercoledì 31 gennaio “A scuola di empatia”, che coinvolgerà tutte le classi della scuola media per favorire negli alunni, sul modello danese, la capacità di immedesimazione nell’altro e apprendere modalità per gestire la propria intelligenza emotiva.
I corsi verranno condotti dalla dottoressa Daniela Olivieri, psicologa dell’età evolutiva, psicoterapeuta e delegata agli Aspetti psicologici di Vivere Impresa con il coordinamento della dottoressa Flavia Cece, responsabile dei Servizi educativi dell’Istituto Murialdo. Il corso verrà realizzato in orario scolastico per la durata di cinque settimane attraverso giochi di ruolo, confronti, letture di storie a tema ed esercizi pratici.
Ai docenti di riferimento verrà somministrato un questionario per capire quali sono la composizione e le caratteristiche delle classi destinatarie del progetto, le eventuali problematiche riscontrate, le soluzioni adottate finora dal corpo docente per arginarle e con quali esiti. Infine, verrà chiesto cosa ci si aspetta dal progetto stesso.
“Tra le finalità della nostra associazione – afferma Barbara Sarrecchia, presidente di Vivere Impresa – c’è la valorizzazione del territorio attraverso la realizzazione di iniziative a favore di singoli o di gruppi sociali. Questa volta abbiamo deciso di dedicarci ai più giovani, ai ragazzi che rappresentano la linfa vitale della società. Il progetto sull’empatia li aiuterà a stare meglio con gli altri e a diventare adulti più felici e consapevoli”.